PRIMO PIT-STOP 2022: È ORA DI "CAMBIARE LE GOMME"?


INDICE


PREMESSA

Dopo un certo numero di giri, durante ogni corsa arriva il momento di fermarsi ai box.
La fine di maggio è sempre un buon momento per fare alcune valutazioni.

Quest'anno serve ancora più attenzione di quanto non sia servita nei periodi precedenti.

A proposito di periodi precedenti, si riportano di seguito due stralci di due articoli scritti a cavallo fra maggio e agosto di anno scorso (entrambi sono consultabili in versione completa cliccando sui relativi link):

SE LA GERMANIA CHIEDE L'ANTIDOPING AL MERCATO (9 agosto 2021)


"Non va dimenticato - ad ogni modo - che stiamo vivendo una situazione fortemente "drogata" e temporanea.

Va ricordato anche che i mercati spesso anticipano plausibili scenari futuri.
Per cui i prezzi di oggi in qualche modo potrebbero già "scontare" eventuali dati economici positivi; il che significa che una volta confermati questi risultati potrebbe mancare la benzina per continuare a salire (un vecchio adagio borsistico consiglia di "Comprare sui rumors e vendere sulla notizia").
Potrebbe anche essere che certe "proiezioni" non trovino riscontro, rendendo i prezzi di mercato troppo elevati rispetto al valore effettivo delle aziende.
In sintesi, se un portafoglio non è ben strutturato (ricordando che non sono i rendimenti a certificare la robustezza di una soluzione di investimento), i mesi futuri potrebbero rivelarsi piuttosto complicati.
Ecco perché diversificazione e buon senso sono ancora una volta i migliori alleati per allocare il proprio patrimonio.

 


IL MONDO AL CONTRARIO ("SE TUTTO VA BENE... SIAMO ROVINATI!" (2 novembre 2021)

"Sicuramente vanno accorciate il più possibile le scadenze sull'obbligazionario (alcuni analisti iniziano a inserire nuovamente la liquidità come classe di investimento nei portafogli).

Se da una parte potrebbe essere prematuro (e scorretto) azzerare le posizioni sull'azionario, se ci sono portafogli molto esposti sarebbe il caso di prendere beneficio.

E magari rientrare gradualmente, mediando l'acquisto nel tempo.

Ma soprattutto bisogna rendersi conto che quella che stiamo attraversando è una distorsione.

Sicuramente era una distorsione anche il BOT a tre mesi all'8% annuo (l'inflazione portava comunque i rendimenti reali su valori ben diversi)...

Infatti, quel tipo di situazione è andata a stabilizzarsi.

Pensando a quanto è successo a cavallo fra il vecchio e il nuovo secolo, possiamo dire che il passaggio non è che sia stato proprio indolore.

Quali saranno gli effetti della stabilizzazione della situazione corrente è ancora, e purtroppo, difficilissimo da prevedere."


COS'È SUCCESSO SUI MERCATI? 

Coda pandemica, inflazione e guerra in Ucraina sono fattori che hanno attraversato il nostro cammino dal primo di gennaio sino ad oggi.
Ma come hanno impattato queste tensioni sui valori di mercato? Aggreghiamo (per semplicità) il mondo finanziario in due grandi categorie:

1) Azionario Globale (MSCI WORLD): -15% da inizio anno ad oggi (YTD, fonte Investing.com)
2) Btp con scadenza 2032 (decennale domestico): -15% da inizio anno ad oggi (YTD, fonte Borsa Italiana).

Bastano questi due semplici numeri per dare la proporzione di quello che è successo e che sta succedendo oltre gli schermi dei nostri dispositivi multimediali.


QUALI NODI RESTANO DA ESSERE SCIOLTI?


Molti pensano che la guerra sia una delle variabili più importanti sul tavolo di questo periodo così complicato.

Da un punto di vista umano c'è sicuramente da sperare che alla situazione si possa trovare una chiave risolutiva al più presto che consenta di risparmiare più vite e dolore possibili.

Ma non sarà tanto un "cessate il fuoco", da solo, a cambiare la prospettiva del quadro economico mondiale.

I mercati emergenti hanno perso il 25% (venticinque!) da un anno a questa parte.
La Cina, da parte sua, è impegnata su due fronti molto delicati:
  1. Deve affrontare le elezioni ad ottobre;
  2. Deve giocare bene le sue carte sul piano geopolitico, cercando di mantenere il più possibile una posizione di equilibrio (per quanto scomoda) che le consenta di trarre vantaggio da qualsiasi scenario dovesse svilupparsi dalla spinosa questione Ucraina.
E per quanto possa essere lontana, per ragioni di importanza strategica, le sue sorti sono inevitabilmente legate a doppio filo anche con molti aspetti del nostro quotidiano, e non solo sul piano degli investimenti finanziari.

L'inflazione, altra "gatta da pelare" con cui fare i conti, si era presentata molto prima delle tensioni ai confini dell'est europeo.
Già poco più di anno fa, nell'articolo "Italia-Turchia 3:0. Cosa impariamo dalla Turchia?" si ragionava su come ignorare l'avanzata dell'inflazione negli Stati Uniti (liquidata all'epoca con molta semplicità come effetto temporaneo) potesse essere una mossa non particolarmente lungimirante.
Le Banche Centrali hanno usato per quasi quindici anni la liquidità per soddisfare qualsiasi capriccio finanziario e per tamponare ogni malumore potesse sorgere alle varie latitudini.
Per troppo tempo qualcuno si è illuso che questi soldi sarebbero stati da considerare un regalo.
Non lo sono mai stati, non lo sono e non lo saranno.
E oggi bisogna imparare a capirne il "prezzo".

Anche se il peggio potrebbe essere alle spalle (da notare il condizionale), non va sottovalutato come il rialzo dei tassi possa generare difficoltà ai conti aziendali, in buona compagnia assieme ai costi legati all'energia.
Senza dimenticare gli oneri legati all'accorciamento delle catene di approvvigionamento e all'inevitabile aumento del costo del lavoro legato a questo rientro strategico.
Oltretutto, se non si assisterà ad un rialzo dei salari, come logica conseguenza andrà a comprimersi il potenziale di spesa dei consumatori.
Pertanto, per le aziende (a livello globale) potrebbe essere più complicato produrre ricchezza in questo contesto.

Ammesso (e non concesso) che il Covid sia un problema in corso di risoluzione definitiva.

Pertanto, pur essendo in presenza di un ribasso meno accentuato di quanto visto nel 2020, i numeri con cui dobbiamo fare i conti oggi potrebbero essere più difficili da rimettere in sesto rispetto a quanto è successo in passato.

E soprattutto bisogna chiedersi se è venuto il momento di "cambiare le gomme", metaforicamente parlando.

È ORA DI "CAMBIARE LE GOMME"?

Se negli anni scorsi sono stati in molti a sperticarsi nel consigliare di compare azioni a mani basse, adesso stanno alcuni stanno rivedendo le posizioni (Blackrock, una delle più importanti case di gestione a livello mondiale, ha annunciato di aver riportato il peso degli asset "rischiosi" a valori neutrali).
L'obbligazionario oggi offre rendimenti interessanti, ma resta sempre da vedere se i tassi continueranno ad aumentare, rendendo comunque precoce ogni eventuale acquisto fatto oggi (soprattutto su lunghe scadenze).

Per cui, come dimostrano chiaramente i rendimenti riportati sopra, in questa fase nemmeno la classica diversificazione (seppur necessaria) è esaustiva per affrontare uno scenario complicato e nervoso.

In un mercato che ha perso decorrelazione (quella capacità che hanno diversi attivi di muoversi in direzioni opposte in determinati contesti "normali"), ha ancora senso detenere obbligazioni, azioni e similari (tanto su strumenti amministrati che gestiti)?

Pensare di smobilizzare il portafoglio, mantenendo la metafora motoristica del titolo, equivarrebbe a vendere l'auto, piuttosto che a metterla in condizioni di "girare" meglio.

E d'altra parte, se è chiaro che l'asfalto resterà bagnato a lungo, non si può nemmeno far finta che non stia piovendo.

Da qui in avanti serve una gestione molto più attenta del rischio.
Se il 2021 è stato un anno da "pilota automatico", bisogna iniziare a riprendere in mano i comandi.

Facendo estrema attenzione alle possibili "false ripartenze".

CONCLUSIONI

Le vertigini del 2020 dovute al terrore di una situazione che sembrava essere relegata alla storia dei secoli precedenti, hanno trovato velocemente nella risposta delle Banche Centrali una grande fonte di conforto.
Questa volta, le Banche Centrali hanno altre priorità, e non lo nascondono.

O forse, come si diceva prima, hanno finito le munizioni per contrastare questo contesto.

Pertanto, occorre sicuramente ancora più prudenza.
E sulle posizioni scariche di rischio, forse si può iniziare a fare qualche ragionamento.
Che non può non passare per un'onesta disamina delle opportunità e delle difficoltà che si potrebbero incontrare nei mesi a venire.

Chiaramente sempre nel rispetto del profilo di rischio e dell'orizzonte temporale dati dalla propensione dei singoli investitori e dai loro progetti di vita.

28 maggio 2022


(per info e contatti: alessandrotamburini.com)


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