IL MONDO AL CONTRARIO ("SE TUTTO VA BENE... SIAMO ROVINATI!")


INDICE

  1. Italia Graffiti ("Come Eravamo")
  2. Il Mondo Al Contrario
  3. Considerazioni
  4. Conclusioni

ITALIA GRAFFITI

Bisogna ammetterlo: certi concetti non sono facili da spiegare.

E se è complicato trasferirli, comprenderli non è certamente meno difficile.

E non è nemmeno impossibile capire perché.

Trent'anni si fa andava in banca e si parlava con il direttore.

Si discuteva del tasso a credito (o tasso a debito in caso di fido), di spese trimestrali, di costo per operazione, spese di custodia e amministrazione titoli, di giorni di valuta sui versamenti...

Quante discussioni sui giorni di valuta per i versamenti!

Assegni bancari su piazza e fuori piazza, assegni circolari, assegni della stessa banca ma di diversa filiale...

Il valore di una banca e la sua capacità di "seguirti" erano dati da questi parametri.
E il fatto che la banca ti accontentasse era segno che per l'Istituto eri importante.

Intere risme di fogli utilizzate per richieste di autorizzazioni in duplice copia (spesso triplice) che scivolavano dietro ai rulli delle macchine per scrivere, assieme a centinaia di fogli di carta carbone (accoppiati alle famose carte veline) sacrificati per trattenere o acquisire un cliente.

E quando si andava all'ufficio titoli, un BOT trimestrale pagava circa l'8% annuo (ho da qualche parte dei cedolini che suffragano questo ricordo).

I più arditi trafficavano con il borsino; ma in quegli anni alcuni titoli avevano dei lotti minimi piuttosto alti, per cui fare certe operazioni non era nemmeno alla portata di tutti.

Molti di coloro che leggeranno queste righe sicuramente avranno qualche ricordo di un'epoca in cui si facevano sacrifici, ma si aveva l'impressione (se non altro) che quegli sforzi fossero in qualche modo "ripagati".

Non serviva rischiare.

IL MONDO AL CONTRARIO

Avendo vissuto tutto questo come si può oggi far capire che se investi su un titolo di stato a due anni, anziché incassare degli interessi hai una perdita certa?
Come si può pretendere che si capisca (e/o si accetti) l'idea di "rendimento negativo"?

Come è possibile adattarsi al concetto che se tieni i soldi sul conto corrente, anziché ricevere un compenso bisogna pagare una commissione (come accadeva una volta solo a chi aveva un'apertura di credito)?

Se si ha la sensazione di vivere in un mondo capovolto, la notizia comparsa su alcune testate toglie di fatto tutti i dubbi e ce lo conferma.

Sul sito Investing.com, venerdì scorso è stato pubblicato questo articolo: "USA, economia frena al 2% nel Q3. Wall Street positiva".

In un mondo "normale" una notizia del genere avrebbe causato sicuramente qualche grattacapo.

E invece i listini azionari hanno registrato un moderato aumento.

Come si può spiegare, che nonostante le prospettive appaiano meno rosee di quanto prospettato, i mercati continuino a salire?

Il tutto si potrebbe sintetizzare in un concetto: non deve andare male, ma non deve andare nemmeno troppo bene.

Perché se la crescita fosse troppo robusta e troppo rapida, le Banche Centrali potrebbero essere più inclini a ridurre gli aiuti.

Per cui, il "benino" è lo scenario preferito (avendo sempre e comunque pronta nel cassetto una plausibile crisi,  una minaccia o un timore subdolo da tirare fuori se a qualcuno venisse in mente di credere che le cose stiano girando per il meglio).

CONSIDERAZIONI

Ci si può fidare di un mondo che ricerca e acclama il più sfrenato liberismo ma che necessita costantemente di essere puntellato da aiuti istituzionali?

Eppure, quasi tutte le case di investimento (e di conseguenza le reti distributive, banche o consulenti che dir si voglia) continuano ad esasperare il concetto che bisogna spostarsi sull'azionario; perché il vero valore - sostengono - lo si può trovare solo lì.

A patto di sposare un orizzonte temporale lungo e di accettare, nei prossimi mesi, un aumento della volatilità.

In un mondo che seguisse una logica lineare, questo tipo di idea verrebbe sicuramente scartata.

Per due ordini di motivi:

1) se è abbastanza plausibile che nel prossimo futuro si incontri volatilità (e chiaramente si fa riferimento a quell'effetto legato alla volatilità che sottrae valore, non che lo accresce), perché non attendere la tempesta con la nave in porto, invece di prendere il largo con la consapevolezza che il mal di mare sarà una certezza?

2) in un contesto in cui è difficilissimo immaginare cosa accadrà nel breve, siamo sicuri che sia una buona idea ipotecare il futuro a lunga scadenza (sulla base di un passato difficilmente replicabile)?

Intanto, aumentano i rendimenti (non i tassi), mettendo l'obbligazionario sotto pressione.

In concomitanza con la ricorrenza di Halloween si è tornato (a sproposito) a parlare dello spettro dello  Spread, mentre il titolo decennale tedesco è tornato a sfiorare la parità.

Dall'altra parte dell'Atlantico, il decennale  paga esattamente il triplo rispetto all'estate 2020.

CONCLUSIONI

Cosa fare, quindi?

Sicuramente vanno accorciate il più possibile le scadenze sull'obbligazionario (alcuni analisti iniziano a inserire nuovamente la liquidità come classe di investimento nei portafogli).

Se da una parte potrebbe essere prematuro (e scorretto) azzerare le posizioni sull'azionario, se ci sono portafogli molto esposti sarebbe il caso di prendere beneficio.

E magari rientrare gradualmente, mediando l'acquisto nel tempo.

Ma soprattutto bisogna rendersi conto che quella che stiamo attraversando è una distorsione.

Sicuramente era una distorsione anche il BOT a tre mesi all'8% annuo (l'inflazione portava comunque i rendimenti reali su valori ben diversi)...
Infatti, quel tipo di situazione è andata a stabilizzarsi.

Pensando a quanto è successo a cavallo fra il vecchio e il nuovo secolo, possiamo dire che il passaggio non è che sia stato proprio indolore.

Quali saranno gli effetti della stabilizzazione della situazione corrente è ancora, e purtroppo, difficilissimo da prevedere.


2 novembre 2021


(per info e contatti: alessandrotamburini.com)


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