TANTO TUONÒ, CHE PIOVVE


Mi sia permesso di tranquillizzare il lettore: non ho cambiato ambito di interesse.
Invece di finanza, non si parlerà di  meteo.

Ma tanto quanto nel post del 14 novembre prima ("Il Vaccino, il Btp Futura e l'anno che verrà") che in quello del 18 dicembre ("'Sapore di Sale...' non si fa la patrimoniale"), si era messo in evidenza che il quadro italiano poteva reggere a patto che non intervenissero delle turbolenze politiche...

Non si entrerà, nel corso di questo articolo nel merito di quanto accaduto, sull'opportunità o meno di questa crisi e su quale possa essere la soluzione politica migliore.

Ogni parte in causa ha la propria visione dello scenario e ha un'opinione su quanto accaduto e sulla strada da percorrere per uscire da questo pasticcio.

Ragionare su chi dovrebbe fare cosa, su chi dovrebbe schierarsi con chi altro o accapigliarsi per immaginare il futuro sulla base dei vari sondaggi, ha la stessa rilevanza che potrebbe avere per un'auto impantanata discutere su quale musica far suonare all'autoradio.

Sia chiaro che il pastrocchio ha radici molto più profonde rispetto allo strappo avvenuto qualche settimana fa.

Ed è figlio di una mancanza di serietà che trasversalmente (e nell'arco di un lungo periodo di tempo) riguarda tutte le forze in campo.

E per carità, se un politico non fa politica, che politico è?

Peccato che guardando quello che accade fuori dai palazzi del potere ci sia ben poco da andare fieri.

E sia ben chiaro: dal punto di vista finanziario basta "spostarsi un po' più in là" per risolvere il problema.

È sufficiente un click per trasferire i propri danari su mercati più solidi; in pochi giorni si è fuori dall'occhio del ciclone.

Lo stesso mercato europeo (Eurostoxx50), quello più prossimo ai nostri confini, segna un progresso - da inizio anno - dell'1,33%

Il vero rischio rimane attaccato, purtroppo, alle imprese e quindi all'economia reale.

Qualunque sia la soluzione che si troverà alla fine del confronto fra le varie istituzioni, in qualche modo si supererà l'impasse.

E finché durerà questa "pax romana", e gli occhi vigili dell'Unione Europea saranno molto più misericordiosi o rivolti altrove, ci si può anche preoccupare relativamente.
Sempre che non si  perda totalmente la credibilità nella possibilità di far rialzare il paese dalla batosta avuta dalla pandemia.

E sempre che gli eventuali fondi destinati per la "ricostruzione" non finiscano nel vorticoso e vizioso malcostume delle gestioni "aumm aumm", forse (il "forse" è eufemistico) primaria causa del deficit pubblico con cui dobbiamo fare i conti.

Ad ogni modo, resta valida l'idea di non tenere in portafoglio scadenze obbligazionarie lunghe, e di approfittare di eventuali cali di mercato per comprare qualcosa sull'azionario.

Privilegiando settori legati alla sostenibilità e innovazione.

Sperando che questa pioggia, sia solo un temporale passeggero.


Alessandro Tamburini


22 gennaio 2021


(per info e contatti: alessandrotamburini.com)


DISCLAIMER

Le informazioni riportate su questo sito non costituiscono una raccomandazione, un consiglio o un invito ad effettuare operazioni finanziarie, di investimento o di altro tipo. Gli editori non si assumono alcuna responsabilità in merito all'esattezza, completezza ed attualità di questo materiale pur prestando la massima attenzione alla sua redazione. Si declina pertanto ogni responsabilità per ogni eventuale errore ed omissione. I dati riportati appartengono alle fonti citate.

Commenti

Post popolari in questo blog

UN MONDO ANCORA TROPPO GRANDE E LENTO