TRE PROBLEMI E TRE LEZIONI




INDICE:


  1. PREMESSA
  2. CONTESTO
  3. LEZIONE 1
  4. LEZIONE 2
  5. LEZIONE 3
  6. CONCLUSIONI


Premessa


Alla fine del 2022 ci eravamo lasciati con l’idea che il 2023 sarebbe stato un anno diverso dai precedenti (non nel senso di migliore; nel senso di differente), e le sorprese non si sono fatte attendere. 


Nelle scorse settimane, abbiamo assistito ad una serie di eventi significativi:

  1. Una compagnia assicurativa ha avuto difficoltà finanziarie, causando problemi ai propri clienti che non sono stati in grado di riscattare gli importi investiti;
  2. La SVB Bank, sedicesima banca per dimensione negli Stati Uniti, è andata in crisi, gettando un'ombra sinistra sul settore bancario mondiale;
  3. Credit Suisse ha subito una perdita del 20% della propria capitalizzazione in una sola seduta borsistica.

Esiste un comune denominatore che unisce queste tre situazioni? 

Qual è la lezione che si può trarre da questi eventi? 

Si può proteggere il proprio patrimonio anche in questo frangente?


Contesto


Per Credit Suisse i guai cominciano da lontano (andrebbe ricordato anche il problema con il fondo Archegos di cui si era parlato in questo articolo quasi due anni fa) e merita comunque un'analisi a parte.


Per i primi due casi (Eurovita ed SVB Bank) la principale giustificazione data a questi eventi è stata quella che il rialzo dei tassi provocato dalle banche centrali ha messo in difficoltà queste istituzioni.


Il rialzo di tassi, seguendo quests teoria, avrebbe infatti comportato una diminuzione del valore delle obbligazioni detenute sia dall'assicurazione che dalla banca provocandone un depauperamento patrimoniale.


È realmente così?


Sia nel caso di SVB Bank che di Eurovita la situazione contabile non era assolutamente rosea.


Entrando nello specifico, Eurovita è una compagnia assicurativa di proprietà di un fondo di private equity.

Fino a qui nulla di particolarmente sbagliato, se non fosse che nei conti fra controllante e controllata “ballava” un prestito da 300milioni che aveva destato già in passato alcune perplessità (alcuni dettagli a questo link).


Per quanto riguarda SVB Bank, come evidenziato anche da ilSole24Ore, i bilanci presentavano un eccesso di rischio e un business non correttamente bilanciato.


Da un punto di vista narrativo, ci può stare che il rialzo dei tassi abbia inasprito una condizione che era già precaria.

D’altra parte, però, era da mettere in conto che prima o poi si sarebbe usciti dall’era dei tassi negativi; non si poteva sapere come e quando.

Ma che potesse verificarsi, non era da escludere (come riportato di frequente - in tempi non sospetti - sulle pagine di questo blog).

Soprattutto la straordinarietà degli eventi di questi ultimi anni faceva presagire che non si poteva dare nulla per scontato.


Più volte si è ragionato di come le Banche Centrali si siano trovate disarmate davanti alla sequenza di problemi verificatisi a cavallo fra il 2020 e il 2022, e di come il continuo supporto negli eventi dal 2008 ai giorni nostri abbia lasciato queste istituzioni con pochissimo margine di manovra.


Questo non significa che il loro operato non sia criticabile o che i singoli passaggi siano stati sempre eseguiti alla perfezione; d’altra parte anche le persone al comando si sono trovate a fronteggiare situazioni piuttosto complicate, gravi e improvvise.


Attribuire al rialzo dei tassi la causa primaria di questa catena di avvenimenti, potrebbe essere tuttavia semplicistico e fuorviante.


Come detto sopra, il caso svizzero è un po’ più articolato e ha le sue origini in diverse scelte gestionali non proprio limpide.

Notizia di questa mattina è che la Banca Centrale Elvetica interverrà con un’iniezione di 54miliardi di dollari per evitare il collasso.

L’ennesimo gancio dal cielo per coprire delle magagne private che rischierebbero di travolgere la collettività; senza dimenticare che i soldi che vengono dal settore pubblico derivano sempre e comunque dai contribuenti…

Ma ad ogni modo, nel consueto plaudire l’adozione di un male minore (che ricordiamo resta comunque un “male”), forse si può tirare un sospiro di sollievo.


Esiste una lezione che si può trarre da questo frangente dai contorni drammatici?

Diciamo che gli insegnamenti che si possono portare a casa da queste giornate così concitate sono diversi.


Lezione n. 1: Non tutte le Banche sono uguali; così come non tutte le Compagnie assicurative sono uguali


Continuare a ragionare su vecchi adagi (“le banche italiane non possono fallire, o per lo meno non le lasceranno fallire”, “un’assicurazione è un’assicurazione, per cui scelgo quella che mi costa meno/che mi rende di più!”) potrebbe diventare parecchio pericoloso.


Non bisogna abbassare la guardia, in nessun caso e in nessun modo.


È importante più che mai in questo contesto capire e scegliere con quali intermediari lavorare.


Lezione n. 2: L’aumento dei rendimenti ha cambiato le regole del mercato


Come si diceva nell’articolo del 22 dicembre scorso, continuare ad infarcire il portafoglio di strumenti generici, continuare ad usare piani di accumulo senza un obiettivo specifico, esaltarsi nei momenti di  rialzo per attendere passivamente nei momenti di calo, potrebbe essere fuori tempo, rischioso e non logico.


Grazie al ritorno dei rendimenti, il portafoglio finanziario deve tornare ad essere disciplinato ed ordinato.


Si possono e si devono diversificare le scadenze, in modo da avere una struttura rotativa di portafoglio.

Si deve avere una corretta diversificazione nella natura stessa degli investimenti, accettando che inevitabilmente nel momento in cui qualcosa sale, qualcos’altro (per decorrelazione) scenda.


Lezione n. 3:  Le cose cambiano e cambiano velocemente


Nulla rimane immutato.

Non c’è niente di più sbagliato che fare una scelta in base a dati puntuali e statici.


E proprio perché tutto cambia, nonostante alcune analogie, non si deve pensare che certi andamenti possano replicarsi in futuro con le modalità con cui si sono presentati precedentemente.


Come detto in passato, fare affidamento a delle serie storiche di mercato (anche di 30 anni) può portare a fare proiezioni sbagliate.


Perché negli ultimi 30 anni, e per cause diverse, i tassi hanno percorso una lunga linea discendente, fino ad arrivare al paradosso di essere negativi.

Cambiando questo paradigma, tutto il sistema economico deve adattarsi ad un nuovo scenario.

Con nuovi modelli economici e con diversi principi finanziari.


Per capire come questo impatterà, servirà molto tempo.



Conclusioni


È pertanto fondamentale non rincorrere l’obbligazione con il tasso più alto, e occorre capire a quali parametri è collegato il rendimento dei titoli che stiamo comprando.


Occorre verificare che il proprio portafoglio sia solido e che ci sia sempre un “progetto” a supportare le scelte di investimento, e che la controparte sia robusta e affidabile.



16 marzo 2023


(per info e contatti: alessandrotamburini.com)


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