NAVIGARE A VISTA (E CON POCA VISIBILITÀ)


 

Foto di Maël BALLAND da Pexels



PREMESSA

L'ultimo articolo pubblicato risale a circa due mesi fa.
Il 14 di febbraio scorso, si cercava di capire come potesse evolvere la crisi sul fronte ucraino.

Quello che è accaduto nei giorni seguenti appartiene ormai alla storia.

I mercati hanno seguito le varie fasi alternando giornate decisamente negative (senza comunque aver mai replicato le vertigini date dal Covid nel 2020) ad altre positive, portando l'indice azionario mondiale sui valori di fine gennaio di quest'anno.

Momento nel quale, comunque, si erano già addensate parecchie incognite legate alla chiusura dell'era pandemica e i suoi strascichi.
Primo fra tutti, il tema dell'inflazione, portato in auge dai forti aumenti dei prezzi delle materie prime già a ridosso dell'estate scorsa; declassati all'epoca con molta velocità e faciloneria come "fenomeno temporaneo".

In questo momento, pertanto, restano in sospensione alcune variabili di importanza rilevante, che costringono a tenere gli orizzonti molto corti e che obbligano a mantenere molto elevato il livello di allerta.

Anche perché è fondamentale comprendere che occorre muoversi su due piani asimmetrici.

ASIMMETRIE


Da un lato, bisogna riconoscere che si sta cercando di guardare oltre la contingenza, e che nonostante le profonde ferite il mondo sta cercando di reagire.

Dall'altro, nel breve termine, potranno esserci momenti congiunturali che potrebbero "spingere" temporaneamente in una direzione non coerente con una strategia di lungo periodo.

Un esempio su tutti: uno shock energetico, potrebbe portare a ricorrere - in emergenza - a fonti esauribili per sopperire al bisogno immediato.
D'altra parte, se si vuole immaginare un futuro privo da dipendenze energetiche, occorrerà sviluppare ed implementare tutto il mondo delle energie rinnovabili.

Ricerca e sviluppo sono raggiungibili solo se si immagina uno scenario di forte trasformazione.

Ed ecco che inevitabilmente si ritorna ai temi della sostenibilità e dell'innovazione.

Qualcuno potrebbe obiettare che per problemi legati agli aspetti del "greenwashing" (aziende falsamente classificate come sostenibili) e di una probabile esasperazione di questi argomenti, molte delle aziende legate a questi settori hanno sofferto nell'ultimo periodo.

Nell'articolo "L'alfabeto della ripresa e le elezioni americane" (30 ottobre 2020), infatti, si diceva: 

[...] l’innovazione di oggi, sarà obsolescenza di dopodomani.

Pertanto, nel momento in cui si volesse comprare innovazione, sarebbe opportuno effettuare acquisti programmati nel tempo, soprattutto in contesto di forte accelerazione.


Inoltre: benissimo acquistare “a rate” quote di aziende affacciate al futuro, a patto che però rispettino le regole di sostenibilità (parametri ESG).
Soprattutto in vista dei fondi di aiuto (Recovery Fund) in arrivo nel prossimo anno, che verranno canalizzati con priorità sulle aziende con una particolare sensibilità per l’ambiente, l’ambito sociale e lo stile imprenditoriale.

E se continuare ad accumulare un porzione del proprio patrimonio su innovazione e sostenibilità può essere logico e intelligente, non va trascurato che le perplessità più grosse riguardano la parte preponderante di capitale che deve essere impiegato (e difeso) nel breve/medio periodo.

L'evolversi e l'auspicato termine delle ostilità in Ucraina comporterà necessariamente delle forti evoluzioni nel contesto con cui ci si dovrà confrontare.

LA GUERRA E LA GUERRA DELLE INFORMAZIONI

La vera difficoltà, a questo proposito, sta nel fatto che i filtri dati dall'informazione, dalla disinformazione e dalla propaganda offuscano profondamente la natura dei fatti per quello che sono e per quello che rappresentano, o che potrebbero rappresentare.

A questa complicata struttura che genera in continuazione flussi di dati tanto grezzi quanto "semilavorati" (e non sempre scevri di manipolazione da entambi gli schieramenti), va ulteriormente sovrapposto il peso delle opinioni che abbondano e proliferano su ogni canale di comunicazione.

Con il risultato che il quadro logico con cui si affronta la giornata al mattino, non è lo stesso che si ha dopo pranzo.

RAGIONE E SENTIMENTO (O BUON SENSO?)

La linea di pensiero generale resta quella che l'azionario abbia e rappresenti un'importante riserva di valore su un arco temporale medio/lungo; e che per intercettare questo valore si debba necessariamente dimenticare le fluttuazioni nel breve periodo; soprattutto se queste variazioni colpiscono quella parte di denaro che idealmente è destinato per progetti e impegni lontani nel tempo.

Purtroppo, per una serie di motivi che richiedono un approfondimento che deve essere necessariamente rimandato in un altro contesto, ancorché questo ragionamento possa essere razionalmente condivisibile, quando sul controvalore dei portafogli risalta (e rischia di comandare) il segno negativo, è più facile farsi prendere dallo sconforto piuttosto che idealmente pensare al valore futuro che un investimento può esprimere.

Va tenuto conto, oltretutto, che se a luglio 2021 investire in un titolo di Stato americano con scadenza a due anni rendeva circa lo 0,20% all'anno, oggi con lo stessa tipologia di investimento si porta a casa quasi tredici volte tanto.

Per cui, se qualche mese fa era quasi indispensabile andare a cercare rendimento sull'azionario (assumendo implicitamente una certa dose di rischio), oggi un investitore istituzionale - per cui pesa relativamente la fluttuazione del cambio EUR/USD - può aspettare l'evolvere degli eventi con un ritorno decoroso su scadenze tutto sommato brevi.

Se fino a qualche mese fa si pensava e si diceva che non esistesse alternativa (se ne parlava nell'articolo "Orietta Berti, l'inflazione e la sottile linea verde" - 6 marzo 2021), oggi lo scenario è cambiato e sta cambiando.

CONCLUSIONI

L'evoluzione della guerra che si intreccia con la fine di un lungo periodo pandemico, che si affaccia su un mondo che deve fare i conti con uno spettro - l'inflazione - che era stato degradato per lungo tempo a nemico immaginario, costringe per forza di cose ad innalzare ulteriormente il livello di prudenza.

È vero che momenti tristi nella storia ci sono sempre stati, ed è vero che anche in questo frangente  (come si diceva in apertura, e come si prospettava nell'articolo "Crisi Ucraina cosa potrebbe succedere?" - 14 febbraio 2022) la reazione dei mercati è stata buona e che sicuramente si troverà la forza per andare avanti.

Bisogna tuttavia non pensare che tutto si ripeta nei modi, nei tempi e con le proporzioni di quanto accaduto sino a qui.

Dimentichiamoci dei grafici con le serie storiche a trent'anni, gli adagi per cui "questo ha sempre reso meglio di quello nel lungo periodo", o altri paradigmi che vorrebbero eludere il momento di difficoltà che si sta attraversando.

Se il proprio patrimonio non è stato messo in sicurezza con la debita diversificazione (coerentemente con i profili di rischio e gli orizzonti temporali), occorre non rimandare questo fondamentale intervento di manutenzione.

Nel caso in cui il portafoglio sia già organizzato, ben strutturato e robusto, qualora si dovessero incontrare momenti di tensione occorre ricordare le parole di Tito Maccio Plauto, che disse:

"La pazienza è il rimedio per ogni difficoltà"

12 aprile 2022


(per info e contatti: alessandrotamburini.com)


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