LA LUNA OLTRE IL DITO

INDICE:

1. PREMESSA

2. L'INFLAZIONE E LE BANCHE CENTRALI

3. I NUMERI DEGLI ULTIMI MESI

4. IL NODO EUROPEO

5. CONCLUSIONI

1. PREMESSA

Un antico proverbio suggerendo di guardare la luna oltre il dito, sottintende che le persone sagge sanno andare oltre la superficialità delle cose.

Va detto che approfondire certi argomenti non è sempre facile; e si rischia di perdere i punti di riferimento.

Questo vale per molte cose.

Il mondo di internet è pieno di contenuti che proclamano di aver trovato il "miglior smartphone", la "migliore auto", il "migliore supporto per montare il miglior smartphone sulla migliore auto", e così via.

Se non si hanno competenze, tempo e voglia di analizzare a fondo tutte le caratteristiche (pro e contro) di ogni prodotto, è normale finire per basare le proprie scelte su elementi superficiali (marca, colore, forma, prezzo).

Nella gestione del patrimonio può accadere lo stesso: si scelgono alcuni parametri di riferimento, magari quelli più familiari, e ci si orienta restando su un terreno conosciuto.


2. L'INFLAZIONE E LE BANCHE CENTRALI

Se dieci anni fa si restava incollati alla tv per sapere dello "spread", ora si aspettano con ansia i report sull'inflazione, come si attendeva il dato del prezzo del succo di arancia in un famoso film natalizio.

Da quel valore si fanno supposizioni, previsioni e profezie.

Non si può negare che il tasso d'inflazione sia importante.

Come recitano i manuali di economia, un'inflazione oltre il 2-3% crea squilibri.

Oltre il 10% si parla di inflazione "galoppante".

Sapere a che livello ci si trova è sicuramente rilevante; ma non è l'unico dato che va preso in esame.

Come si è avuto modo di ragionare più volte, viviamo in un mondo che per tanti aspetti e per molto tempo è vissuto a testa in giù.

E dal 2008 al 2020 le banche centrali si sono mosse su un "terreno scivoloso".
Non è questo il contesto in cui giudicare il loro operato, dopo aver dedicato a questo tema molte righe di questo diario digitale.

Presto o tardi, comunque, il loro margine d'azione si ridurrà.

Quando l'inflazione rallenterà e le banche centrali smetteranno di alzare i tassi, torneremo a finanziamenti facili e denaro a basso costo, con conseguente spinta sui mercati azionari?


3. I NUMERI DEGLI ULTIMI MESI

L'indice nazionale dei prezzi al consumo è sceso dal 10% di inizio anno a poco più del 5% a luglio.

Un calo del 50%.

Nello stesso periodo, il rendimento del BTP decennale è salito di oltre 6 punti percentuali (dal 3,98% lordo di inizio anno al 4,25% attuale).

Qualcuno dirà che il confronto di un indice mensile con un parametro di medio-lungo termine, ha poco senso.

Restando sul breve termine, il rendimento del BOT a 12 mesi è comunque passato dal 3,08% di inizio anno al 3,81% di oggi, +23%.

Ecco perché si può dire che il dato sull'inflazione conta, ma solo fino a un certo punto.

Stesso discorso per le scelte delle banche centrali.

Sia la prima che le seconde non sono le uniche forze che agiscono sui prezzi: esistono elementi geopolitici, eventi di mercato e fatti economici.

Ed è pressoché impossibile riuscire a prevedere come la sequenza di eventi o la loro sovrapposizione possano influire sulla percezione dei mercati sulla solidità o meno di uno Stato o di un'azienda, o della fiducia nei confronti del sistema in generale.

Ad agosto, per esempio, Fitch ha declassato il rating sul debito USA.

Lo si può liquidare come un'oscura manovra di potere, ma ha comunque causato un rialzo dei rendimenti, in un contesto in cui la Banca Centrale americana aveva sospeso temporaneamente i rialzi dei tassi.


4. IL NODO EUROPEO

In Europa il Patto di Stabilità è ancora irrisolto.

In Italia il governo deve affrontare diverse criticità (Superbonus, Reddito di Cittadinanza, immigrazione e salari solo per citarne alcuni) che se da una parte potrebbero creare tensioni sul fronte interno, ancora di più renderanno difficile il dialogo con l'UE, in un contesto in cui sembrano riaffiorare le ombre della recessione.

Ricordando, oltretutto, che il debito pubblico del nostro paese a giugno ha segnato un record a 2.843 miliardi.


5. CONCLUSIONI

Anche se potrebbe sembrare complicato, bisogna sforzarsi di inquadrare "la luna".

Come disse Galbraith, le previsioni economiche servono solo a rendere l'astrologia più rispettabile.

Piuttosto che approcci semplicistici, servono mai come ora buon senso e diversificazione nell'allocazione patrimoniale.

Soprattutto, in questo contesto può essere furbo creare "livelli" di scadenze intermedie rispetto all'orizzonte complessivo, anche perché iniziare a "consolidare" certi rendimenti sul medio/lungo termine potrebbe essere quanto opportuno.

Ovviamente, sempre rispettando il profilo di rischio e gli obiettivi primari che sono stati identificati.

6 settembre 2023


(per info e contatti: alessandrotamburini.it)


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