FIGLI DELLE STELLE (Tassi Americani, la Speculazione sui Btp e i Cioccolatini)



INDICE


PREMESSA
Prevale un sentimento di resa.
I prezzi aumentano, gli aiuti non arrivano (o non sono sufficienti)
Le Banche Centrali non sembrano assolutamente propense ad intervenire.

Una linea sottile, ma con una sua logica, unisce Jackson Hole, la speculazione sui nostri Titoli di Stato e... i cioccolatini.

Andiamo per ordine

I TASSI IN AMERICA
Era attesissimo nella giornata di ieri, l'intervento del presidente della Banca Centrale Americana a Jackson Hole (un evento esclusivo in cui vengono forniti i principi guida per le politiche monetarie e non solo).

Nelle scorse settimane era trapelata l'idea che dopo i primi rialzi dei tassi operati dalla FED, si potesse intravedere la strada per una riduzione nel 2023.

Questo "spiraglio", nelle prime due settimane di agosto,  ha creato due reazioni:
  1. spinta al rialzo dei listini azionari;
  2. riduzione dei rendimenti sul comparto obbligazionario (tenere bene a mente questo secondo punto), con conseguente aumento dei prezzi.
Senonché Powell, presidente della suddetta Banca Centrale, si è espresso con grande decisione.

Ha detto (nella sostanza):
  1. L'inflazione va tenuta sotto controllo come priorità assoluta;
  2. L'aumento effettuato sino a qui non ha compromesso la salute dell'economia americana;
  3. Se serve (e per il tempo che serve), i tassi possono salire.

Va ricordato che oggi il tasso ufficiale della FED è pari a 2,5%.
Ad inizio anno era a -0,50%.

Fino a qui, dunque, si è assistito ad un aumento pari a 3 punti percentuali.

Secondo Powell i tassi possono arrivare anche fino al 4%.

Ad oggi (a poche giornate dalla fine di agosto) l'indice S&P500 ha perso attorno ad un 15% da inizio anno.

Che questo calo sia dovuto alla guerra in Ucraina, dalla coda della curva pandemica, dall'aggiustamento di un eccesso dei valori di anno scorso, poco importa.

Perché gli occhi delle Banche Centrali sono altrove.
L'inflazione è il vero nemico, e il loro ruolo istituzionale non è quello di mantenere la calma sui mercati e premiare il rischio, ma tenere sotto controllo la stabilità dei prezzi.

Questa cosa, quando viene ricordata, non piace agli investitori.
Ciò non toglie che sia la pura e semplice verità.

Poi è altrettanto vero che la stabilità dei prezzi sia legata in modo indiretto anche alle sorti dei mercati.
 
Ma sembra definitivamente finita l'epoca che un calo dei listini possa prendere "per la giacca" i banchieri centrali e convincerli ad agire sulla politica monetaria.

LA SPECULAZIONE SUI BTP
Il Financial Times, qualche giorno fa, ha riportato sulle sue colonne un dato che ha generato allarme.

A quanto pare, i fondi speculativi hanno accumulato munizioni per scommesse al ribasso sui Titoli di Stato italiani per un importo pari o addirittura superiore a quanto fatto nel 2008.

Questa notizia, per quanto preoccupante, necessita di essere contestualizzata.

Mettiamo insieme questi fattori, alcuni già citati sopra:
  1. L'aumento dei tassi porta ad un ribasso dei prezzi dell'obbligazionario;
  2. L'aumento dei tassi è un passaggio necessario per contenere l'inflazione;
  3. L'Italia sta attraversando un complicato momento politico (oltre che economico).
Quante probabilità ci sono che i prezzi dei Titoli di Stato italiano possano crescere nel breve termine?

Un fondo speculativo, per natura, cerca di trarre vantaggio da una situazione che plausibilmente possa portare a chiudere con un profitto un'operazione che si compone di due momenti: un acquisto e una successiva vendita.

Due operazioni che possono anche essere invertite nel tempo, grazie a meccanismi finanziari piuttosto sofisticati (per esemplificare, si può anche vendere prima di aver comprato).

Il rapporto Debito/Pil è attorno al 150%, il contesto economico non è dei più semplici e ci troviamo - per l'ennesima volta - con una crisi di governo.

Le larghe intese dell'esecutivo Draghi non hanno consentito di portare il paese al termine della legislatura (che scadeva a marzo del prossimo anno); momento in cui, forse, si poteva tornare a "passare i comandi" alla politica, alla dialettica ideologica più pragmatica.

Ci troviamo, invece, a poche settimane dal voto con due schieramenti maggioritari che polarizzano l'attenzione degli elettori su questioni che in questo frangente sono necessariamente marginali; oppure si cerca di fare leva su antichi dissapori per trascinare le opinioni di voto.

Si può guardare di qua, di là, sopra o sotto, ma si trova solo tantissima propaganda e pochissima (se non del tutto assente) programmazione e pianificazione economica concreta.

È un po' come quando si partecipa ad una festa di fine estate, all'aperto.
C'è il momento "revival", in cui il musicista del pianobar suona "Figli delle Stelle" di Alan Sorrenti.
Le emozioni (per chi ha qualche lustro sulle spalle) sono forti, l'effetto nostalgia è grandissimo.
Ma la canzone finisce e bisogna fare i conti che siamo negli anni 20 del ventunesimo secolo.
Ed irrompe il reggaeton dagli altoparlanti,  riportando tutti e tutto ad una dimensione concretamente contemporanea.

Nella sintesi: fintanto che saremo fragili, saremo attaccabili.

E la fragilità non finisce con uno slogan o con un mandato del Presidente della Repubblica per formare un governo di un certo colore politico.

Finisce con un lavoro di ricostruzione dei valori su cui poggia l'intera struttura sociale.
Obiettivo ambizioso e quanto mai difficilmente raggiungibile nel contesto attuale.

Verosimilmente accadrà piuttosto quanto riportato da un proverbio turco:
E gli alberi votarono ancora per l’ascia, perché l’ascia era furba e li aveva convinti che era una di loro, perché aveva il manico di legno.   

È possibile, quindi, che i prezzi dei Btp tendano a scendere.

Fondi speculativi o non fondi speculativi.
È anche vero - tuttavia - che è da diverso tempo che si è ragionato su come non fosse opportuno tenere nei portafogli abbondanza di quote di debito a media/lunga scadenza; per chi ci ha creduto, questa situazione presenta più delle opportunità che dei grattacapi.

Come si fa a vedere delle opportunità in un momento come questo?

I CIOCCOLATINI

Nel 2018 la Pernigotti ha dichiarato di voler chiudere il suo stabilimento di Novi Ligure, aprendo nei fatti una crisi che ha portato in bilico le sorti dell'azienda.

È giunta conferma, poche ore fa, del fatto che Jp Morgan Asset Management attraverso il fondo Lynstone abbia siglato la compravendita definitiva della società (articolo completo qui).

Perché mai questa casa di investimento avrebbe comprato un'azienda che stava attraversando una fase complicata in un contesto che si affaccia su un paese che non naviga in acque tranquille?

Premesso che il mondo finanziario non è popolato di benefattori, ma la logica sottostante ad ogni movimento corrisponde prospetticamente ad un beneficio da parte di chi mette i danari sul tavolo, molto probabilmente la ragione che sottostà a questo affare è che si è valutato che c'era del valore da estrarre.

Chi ha venduto, probabilmente non aveva la forza finanziaria o industriale per continuare.

Se qualcuno vende, significa che qualcuno compra.
Magari a prezzi ribassati, ma compra.

Il mondo non si ferma.
Non si ferma per la pandemia, non si ferma per le crisi di governo. 
Non si ferma nemmeno davanti ad una guerra.

CONCLUSIONI

Il momento resta complicato e non ci si può nascondere dietro ad un dito.

Le Banche Centrali hanno intrapreso un percorso, che potrebbe anche avere un senso se dovesse raggiungere gli obiettivi sperati.
Andrebbe ricordato, a margine di tutte le considerazioni possibili, che qualsiasi performance diventa irrisoria se inserita in un contesto di forte inflazione.
Per cui, questa focalizzazione potrebbe essere quanto mai opportuna, sperando possa essere di breve periodo.

Resta ancora valido l'approccio di prudenza usato fino a questo momento.
Se ci saranno ulteriori salite nei rendimenti sui BtP (date dai cali dei prezzi), potrebbe essere anche interessante tornare a comprare (magari a piccole tranche).

Il tutto, nel pieno rispetto del proprio profilo di rischio e coerentemente con i progetti di vita della propria famiglia e della propria azienda.

27 agosto 2022


(per info e contatti: alessandrotamburini.com)


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