DOVE SONO FINITI I RENDIMENTI?


Quadro Attuale

Se si compra un titolo di Stato Americano con scadenza a 10 anni un investitore è consapevole di portarsi a casa,  un rendimento lordo pari allo 0,67% annuo.

Il che vuol dire investire il proprio denaro per dieci anni, con un ritorno del 6,70% complessivo.

Per un investitore europeo, oltretutto, con l'ombra del rischio cambio.

Volendo restare sulla sponda orientale dell'Oceano Atlantico, all'interno dei confini domestici, il rendimento annuo di un "caro, vecchio e semplice" Btp è pari a poco più dell'1% lordo.

E ci si mette in casa un titolo di uno stato fortemente indebitato con la certezza dell'espansione del perimetro degli impegni dovuti al Covid-19.


L'azionario è l'alternativa?

Ma allora, con questi soldi, come si deve fare?

Può essere il caso di aumentare la parte di azionario nel portafoglio, vista la forza implicita dimostrata da questo comparto?

Se la motivazione per cui si può essere spinti a fare questa scelta è dettata dalla ricerca di rendimento, molto probabilmente la risposta a questa domanda è precisa: è meglio non farlo.

Il mercato azionario non va mai comprato come alternativa alla mancanza di rendimento sul mercato obbligazionario.

Avere azioni, piuttosto che obbligazioni, è una scelta che riguarda la natura dell'investimento, non il risultato.

E allora cosa si fa?


Fonti diverse di Rendimento

La fretta è da sempre cattiva consigliera.

Sia ben inteso: i rendimenti, a voler guardare i listini, ci possono anche essere (come è sempre stato).

A patto di accettare certi rischi.

Per esempio, si è tornati a parlare di Co.Co Bonds, che al di là di evocare dei cereali per la colazione che venivano reclamizzati in televisione alla fine degli anni '90, sono titoli ibridi.

Sono obbligazioni, che nel caso in cui una banca dovesse trovarsi con gli indici patrimoniali al di sotto della soglia di sicurezza, automaticamente vengono convertite in azioni.

Diventano un salvagente per il patrimonio della banca, nel caso in cui le cose girassero male.

Va chiarito che non si parla di fallimenti, bail-in e procedure esterne di vario genere.
È piuttosto evidente, che a gambe all'aria - in teoria e per quanto accaduto sino ad oggi - non ci va nessuno.

Con i Co.Co Bond si parla invece di una semplice questione matematica.

La banca si indebolisce e ci si ritrova ad essere soci di un istituto in difficoltà.

Chiaramente, questo tipo di rischio viene pagato.

Anche piuttosto bene.
A patto di accettare - in condizioni specifiche e sistemiche avverse - una forte contrazione del valore investito e in certi casi (con le emissioni perpetue) di non avere una data di scadenza per uscire da queste scommesse.

Vuoi il bisogno di risorse da parte degli istituti, vuoi la fame che sta attanagliando gli investitori vista la prospettiva di non avere un "piatto ricco" in termini di rendimento, questi titoli stanno avendo un certo successo.

E i Co.Co Bond sono solo un esempio di quanto si possa trovare sul mercato.

Ci sono obbligazioni "esotiche", fondi ed EtF che investono sui mercati emergenti nelle più svariate forme valutarie (in Eur, in Dollari, in valuta locale).

Nessuno di questi strumenti, di per sé, è sbagliato.

Possono, caso mai,  essere mal indirizzate le aspettative, le ragioni e soprattutto le proporzioni con cui certi investimenti vengono sottoscritti.

Ancora una volta va sottolineato che il rendimento è il "prezzo" del rischio.

Non è un regalo fatto all'investitore più furbo, o più abile nei calcoli.


Conclusione

Il mercato di oggi, nella sua globalità, si presenta quanto mai complesso e insidioso.

Il genere umano sta provando a trovare un nuovo equilibrio, cercando di non lasciare abitudini consolidate, ma rendendosi conto che qualcosa è cambiato.

Come evolveranno i consumi, quali saranno le consuetudini a valle di questa parentesi, e come questo impatterà sul sistema economico, è difficilissimo immaginarlo.

Un presumibile vaccino, ci porterà indietro alla nostra "vecchia" vita?

Alcune battute di arresto nella ricerca di questo/i vaccino/i potrà portare ulteriore sconforto a livello economico e finanziario?

Le domande, i dubbi, gli spiragli di luce e momenti di sfiducia potranno accavallarsi con grande rapidità nei prossimi mesi, portando nervosismo sui mercati.

Ecco perché occorre avere una priorità molto chiara: difendere il patrimonio e conservarlo.

E come sempre, una buona diversificazione (compatibile con il proprio orizzonte temporale e profilo di rischio) costruita perseguendo una valida decorrelazione, rimane forse l'unico valido strumento per mettersi al riparo da ogni tempesta.


Alessandro Tamburini

13 settembre 2020

(per info e contatti: alessandrotamburini.com)



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